Era persona più influente nella moda italiana, una delle più importanti al mondo.
Franca Sozzani, direttrice dell’edizione italiana di Vogue dal 1988, è morta lo scorso 22 dicembre, a meno di un mese dal suo 67° compleanno.
Da tempo era malata di cancro, ma nemmeno questo male oscuro e invalidante ha potuto ostacolare la passione e la dedizione con cui Franca da sempre si è dedicata al suo lavoro
Negli anni era diventata responsabile di tutte le riviste di Vogue Italia, costruendo e cesellando una fama mondiale degna del suo alter ego americano, Anna Wintour.
Tra fotografi come Bruce Weber, Peter Lindbergh, Ellen von Unwerth e Paolo Roversi, grandi stilisti e amici come Gianni Versace e Giorgio Armani, nomi emergenti e numerose top model, quella di Franca è stata sempre una voce autorevole, innovativa. Imprescindibile.
La sua ultima apparizione pubblica – sempre raffinata nel suo look etereo, luminoso, quasi di creatura botticelliana – è stato alla cerimonia di premiazione del British Fashion Council a Londra, dello scorso 5 dicembre, dove Franca ha ricevuto lo “Swarovski Award for Positive Change” per il suo impegno nel rendere la moda un luogo più vario e inclusivo.
Nata in una ricca famiglia mantovana, Franca iniziò a lavorare nel gruppo editoriale Condé Nast come segretaria. Si sposò a 22 anni per poi divorziare dopo 3 mesi mentre era incinta del figlio Francesco.
La sua carriera fu rapida: da redattrice di Vogue Bambini alla direzione dei magazine Lei e Lui.
Era un’anima libera, una voce fuori dal coro, capace di esprimersi senza condizionamenti, fino a rischiare talvolta di essere licenziata, per la paura che le sue posizione potessero nuocere dal punto di vista pubblicitario.
Le sue copertine erano studiate per colpire, destare. Come quando nel 2008 dedicò un intero numero alla denuncia del razzismo, pubblicando scatti di modelle nere e articoli a tema.
Nel 2011, fu la volta delle modelle curvy, definite “belle vere”.
Poi i temi ambientali, le riflessioni sulla chirurgia plastica e le denunce contro la violenza domestica.
La sua morte ha lasciato un vuoto incolmabile e le manifestazioni di stima, affetto e riconoscenza sono arrivate da ogni angolo.
Anche se l’omaggio più bello resta quello del regista Francesco Carrozzini, che forse anticipandone – con la sensibilità che solo un figlio può avere – la scomparsa, ha deciso di raccontarne la storia dal punto di vista più privilegiato, come fosse una lunga e sincera lettera d’amore.
Il documentario “Franca. Chaos and Creation” è stato presentato lo scorso settembre alla 73esima Mostra del Cinema di Venezia. Un ritratto intimo che alterna momenti divertenti e aspetti controversi, grandezze e debolezze.
Perché per Franca Sozzani la bellezza non è mai stata un qualcosa di statico e immutabile, ma un vero racconto in divenire fatto di creatività ed emozioni, limiti da superare e nuove regole da dettare.