fbpx
Warning: Illegal string offset 'interval' in /home/customer/www/biagiosantaniello.com/public_html/wp-content/plugins/cursor-trail/cursor-trail.php on line 36
Biagio Santaniello
ita | eng
Stories

Ladies & Gentlemen, the Seersucker

Citato per la prima volta in Europa dal giornale francese “Le Mercure” (era il 1755), in tempi e luoghi diversi il termine seersucker è stato utilizzato per definire differenti tipologie di tessuto.

L’originale era prodotto in India come tessuto rigato destinato agli abiti da cerimonia e realizzato con percentuali di seta, oro e argento. Fu proprio in India che la Compagnia delle Indie Orientali lo scoprì, per poi portarlo in Inghilterra.

A proposito, il curioso termine Seersucker deriva forse dal persiano shar o shakkar che, secondo le radici Hindi, Urdu e Persiano, significa “latte e zucchero”, probabilmente in accordo con il contesto in cui veniva indossato o con il colore della stoffa, di solito bianca e abbinata ad altre tonalità chiare.

Tra il 1746 e 1750, in Europa, il termine seersucker definiva una stoffa che univa seta e cotone su una stessa catena, creando un effetto arricciato dovuto alla diversa elasticità dei due filati.

Inizialmente questo tessuto ebbe poco successo, ma verso il 1764 divenne un vero must alla corte di Luigi XV, per poi approdare addirittura oltreoceano.

Come dice la leggenda, a dimostrazione della praticità del seersucker, Joseph Haspel Sr. (fondatore della Haspel Clothing di New Orleans e colui che introdusse l’idea di un completo fatto in questo tessuto nel 1904) nuotava nell’oceano indossando il suo completo per poi appenderlo ad asciugare e indossarlo di nuovo alla cena di gala della sera stessa.

Prima di introdurre il famoso abito a righe, Haspel fece realizzare degli abiti da lavoro per gli operai della sua fabbrica in Louisiana. Fu lui a chiedersi per primo perché mai i gentiluomini dovessero soffrire il caldo indossando abiti di lana e flanella….

Così anche negli Stati Uniti il seersucker, inizialmente adottato dai soli lavoratori, divenne appannaggio delle classi più ricche fino a entrare nel guardaroba dei gentlemen del Sud.

Nasceva così la tradizione dei blazer bianco e blu denominati “Oxford-striped seersucker”.

Dal punto di vista tecnico, oggi il seersucker è un tessuto leggero con armatura tela in cotone, lino, seta o raion e realizzato da un misto di fili tesi in ordito e fili più allentati per formare rigature e arricciamenti.

Quello autentico si forma con tensioni differenziate nell’ordito (tessitura), ma gli stessi effetti si possono ottenere con finissaggio chimico o termo-compressione.

L’ondulazione del seersucker è studiata per impedire al tessuto di appiccicarsi alla pelle e facilitare invece il passaggio dell’aria e la traspirazione. Ecco perché nel tempo è diventato protagonista di capi estivi come camicie, giacche, abiti da uomo e donna, bermuda, costumi da bagno e abbigliamento sportivo.

Senza dimenticare che non necessita di stiratura…

fb ig yt
© santaniello - privacy policy